Una bimba ritorna a casa trascinando il suo prezioso bidone: è pieno
d'acqua e per raggiungere il pozzo più vicino ogni giorno deve
percorrere diversi chilometri sotto il sole africano.
Ma come mai sul nostro pianeta, dove le terre emerse costituiscono
appena il 29% della sua superficie, ci troviamo a dover affrontare il
drammatico problema della
scarsità di risorse idriche essenziali per la
vita stessa?
In realtà, di quel 71% di acqua che ricopre la Terra solo il 2,5% è
acqua dolce, di cui lo 0,3% si trova nei fiumi e nei laghi, il 29,9%
nelle falde acquifere sotterranee e il restante 68,9% è costituito dai
ghiacciai e dalle nevi perenni.
Come se non bastassero la scarsità di acqua dolce e la sua distribuzione
disomogenea tra le diverse aree geografiche, a peggiorare le cose si
aggiungono i cambiamenti climatici globali, la siccità, gli sprechi, gli interessi economici e le divergenze politiche.
Il diritto all'acqua potabile è stato riconosciuto come un'estensione del diritto alla vita nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
(Risoluzione ONU, 28 luglio 2010) in quanto senza l'accesso all'acqua è
impossibile garantire qualsiasi altro diritto umano.
Eppure, secondo l'ultimo rapporto 2012 dell'Unicef e dell'Oms, a oggi
l'11% della popolazione mondiale, 783 milioni di persone, non ha accesso
a questa risorsa primaria e 2,5 miliardi di persone non godono di
servizi igienico-sanitari. Il che si traduce in un dato drammatico: ogni
17 secondi un bambino nel mondo muore per le conseguenze derivanti
dalla mancanza di acqua pulita.
Queste cifre impressionanti rappresentano comunque un primo, importante
successo: sempre secondo il rapporto, tra il 1990 e il 2010 più di due
miliardi di persone hanno potuto accedere a fonti di acqua migliorate e
la percentuale di persone che non ha accesso a questa risorsa
essenziale è stata dimezzata con 5 anni di anticipo rispetto al termine
previsto del 2015.
L'Africa è piena di bidoni gialli: sono i contenitori con i quali le
donne, all'alba, percorrono decine di chilometri per recarsi alla fonte
più vicina a prendere l'acqua per le loro famiglie. Come quelle della
foto, nel distretto del Wajir in Etiopia.
In Africa l'acqua è un diritto negato a 4 persone su 10, nonostante il
sottosuolo africano sia ricchissimo di questa risorsa fondamentale per
la vita. Ma per 6 milioni di africani l'acqua resta un miraggio: mancano
i pozzi, i canali di irrigazione, le condutture, i servizi igienici.
A Garissa, nel Kenya nord occidentale, gli effetti della siccità sono
evidenti: carcasse di capre, mucche e cammelli disseminate lungo le
strade, fiumi asciutti e polverosi, scarsità di acqua potabile. La
vicinanza del confine con la Somalia, inoltre, porta in questa zona
numerosi profughi e rifugiati somali, che vanno ad appesantire il carico
sulle risorse idriche e alimentari già al collasso.
FONTE: Focus
Nessun commento:
Posta un commento