ROMA - Il Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano ha annunciato che non intende
dimettersi e che, fino a quando perdurerà lo stallo sul nuovo governo,
quello uscente di Mario Monti rappresenta un elemento di certezza per il
Paese e per i partner europei dell'Italia.
In mancanza di novità dai partiti, quindi, il nodo del nuovo
governo potrà essere affrontato dal nuovo Capo dello Stato per eleggere
il quale il Parlamento in seduta comune e con i rappresentanti delle
Regioni si riunirà a partire dal 15 aprile.
"Continuo dunque ad esercitare fino all'ultimo
giorno il mio
mandato", ha detto Napolitano dopo che era emersa l'ipotesi che potesse
decidere di lasciare in anticipo rispetto alla scadenza del 15 maggio
per favorire il superamento dell'impasse politica.
"Me lo suggerisce il senso dell'interesse nazionale", ha aggiunto
riferendosi al vuoto di potere che una tale iniziativa avrebbe creato.
Napolitano cercherà di facilitare "fino all'ultimo giorno le
condizioni più favorevoli allo scopo di sbloccare una situazione
politica irrigidita da posizioni inconciliabili".
Per questo chiederà "a due gruppi ristretti...di formulare su
essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico
sociale ed europeo precise proposte programmatiche che possano divenire
in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche".
"Ciò potrà costituire comunque materiale utile anche per i
compiti che spetteranno al nuovo Presidente della Repubblica nella
pienezza dei suoi poteri".
Alla domanda se non sarebbe meglio andare a nuove elezioni in
ottobre il capo dello Stato ha risposto: "Questa questione non mi
interessa. Io sono un Presidente della Repubblica in pieno semestre
bianco...quindi non mi occupo di problemi che non posso risolvere oggi
nelle mie funzioni".
La dichiarazione di Napolitano, arrivata poco dopo le 13,00, era
attesa da ieri sera quando un secondo giro di consultazioni aveva
confermato "la persistenza di posizioni nettamente diverse" tra le tre
minoranze di blocco parlamentari emerse dalle elezioni.
Il Quirinale ha quindi archiviato, almeno al momento, l'ipotesi
di mandare davanti alle Camere Pier Luigi Bersani che non ha dimostrato
di poter contare su una maggioranza certa in entrambi i rami del
Parlamento e prende tempo con a palazzo Chigi una personalità apprezzata
dai partner europei.
Napolitano non ha mancato di invitare "tutti i soggetti politici a
esprimere piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del
Paese" e a rendere possibile la "costituzione di un valido governo in
tempi che non si prolunghino insostenibilmente" visto che dalle elezioni
è passato oltre un mese.
Ma ha fatto capire di poter agire senza fretta, dal momento che
il governo tecnico di Monti, "benchè dimissionario e per altro non
sfiduciato, sta per adottare provvedimenti urgenti d'intesa con le
istituzioni europee", come il rimborso di 40 miliardi di euro di debiti
della pubblica amministrazione.
Con un occhio rivolto al Movimento 5 stelle, che nei giorni
scorsi ha suggerito di seguire l'esempio belga e di fare a meno di un
esecutivo nel pieno delle sue funzioni, il Presidente ha detto che
l'azione di Monti procede "con l'essenziale contributo del nuovo
Parlamento".
Con l'altro rivolto alla Lega Nord, i cui senatori potrebbero
essere dirimenti nella nascita di un governo di centrosinistra, ha
citato "i lavori della Commissione speciale presieduta dall'onorevole
(leghista Giancarlo) Giorgetti".
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