Questa
convinzione, per lo più diffusa da chi ha interesse a diffonderla
(banche e giornali a libro paga dei banchieri, principalmente), trae
origine proprio dal fatto che, alla fine, a Cipro, pur di mantenere
indenni i depositi inferiori ai 100 mila euro, si è preferito colpire più ferocemente quelli con giacenze superiori.
Ma questa ultima soluzione, non si è perseguita tramite un'imposizione
patrimoniale su quei depositi, ma semplicemente attraverso una
ristrutturazione "pilotata" del sistema bancario, chiamando a sostenerne
l'onere, oltre agli azioni e obbligazionisti, anche i correntisti con i
depositi superiori ai 100 mila euro.
In realtà, quanto accaduto a Cipro dovrebbe indurci a ritenere che i depositi sotto ai 100 mila euro, sono
stati salvati (per il momento) per pura coincidenza e non è affatto
detto che questa casualità sia ripetibile nella gestione di altre crisi
bancarie che potrebbero affacciarsi nel contesto europeo.
Non è detto neanche che i vari Paesi che si s troveranno a gestire crisi bancarie più o meno sistemiche, abbiano la stessa sensibilità del Parlamento cipriota che, come ben sappiamo, ha respinto al mittente la proposta di imposizione patrimoniale su conti inferiori a 100 euro.
Non è detto neanche che i vari Paesi che si s troveranno a gestire crisi bancarie più o meno sistemiche, abbiano la stessa sensibilità del Parlamento cipriota che, come ben sappiamo, ha respinto al mittente la proposta di imposizione patrimoniale su conti inferiori a 100 euro.
Infatti,
in un primo momento, se ben ricorderete, il piano di salvataggio delle
banche cipriote si basava anche su un'imposizione straordinaria del
6.75% sulle giacenze dei conti correnti inferiori ai 100 mila euro. Ma
questa proposta fu respinta dal parlamento. Stando così le cose,l'esperienza
di Cipro ci insegna una cosa fondamentale, ossia che le autorità
governative, trovandosi in uno stato di difficoltà finanziaria, posso
agevolmente aggredire i depositi bancari, anche inferiore ai 100 mila euro, con una semplice imposizione patrimoniale, e il gioco è fatto. Anzi,
questo risulta tanto più vero quanto più elevato risulta lo stato di
necessità. Se quanto accaduto a Cipro fosse accaduto in Italia, non
sarei affatto sicuro che il nostro Parlamento avrebbe respinto la
proposta del governo di una eventuale imposizione patrimoniale sui
depositi inferiori ai 100 mila euro. D'altra parte, chi è stato capace
di votare il Fiscal Compact, il Mes, o chissà quale altra diavoleria,
perché mai dovrebbe avere scrupoli a votare un'imposta patrimoniale sui
conti correnti, ancorché inferiori ai 100 mila euro, laddove lo stato
di necessità lo richieda?
Un'altro
elemento che ci induce ad affermare che i conti correnti, benché
inferiori ai 100 mila euro, non godono di una garanzia assoluta, risiede
proprio nella forma della garanzia stessa.
Infatti,
la tanto sbandierata garanzia sui depositi, non costituisce affatto una
garanzia, per il semplice motivo che questa è offerta in forma
consortile dalle varie banche operanti in Italia, e sarebbero, esse
stesse, chiamate a rimborsare i correntisti in caso di dissesto di
qualche banca. Quindi, in
altre parole, le banche in dissesto dovrebbero essere salvate dalle
stesse banche che potrebbero aver bisogno di aiuti. Questo può esser
vero e realizzabile, laddove la crisi sia circoscritta a qualche
piccola banca, non in caso di crisi sistemiche o su vasta scala, o nel
caso di gruppi di grandi dimensioni.
Ora comprenderete che, stando la fragilità di buona parte del sistema bancario nazionale, che peraltro rischia di peggiorare con il protrarsi della crisi, che genera, anche in seno alle banche, ulteriori sofferenze, appare del tutto ingannevole e fuorviante parlare dell'esistenza di una garanzia assoluta sui depositi inferiori ai 100 mila euro. Da ciò se ne deduce che in caso di crisi bancarie di grandi proporzioni o che colpiscano istituti di grandi dimensioni rispetto alle possibilità del Paese, peraltro latenti, in caso di incapienza di obbligazioni bancarie e di depositi non assicurati, si finisca per colpire proprio quei depositi "assicurati", magari diminuendone il livello della garanzia o quant'altro.
Ora comprenderete che, stando la fragilità di buona parte del sistema bancario nazionale, che peraltro rischia di peggiorare con il protrarsi della crisi, che genera, anche in seno alle banche, ulteriori sofferenze, appare del tutto ingannevole e fuorviante parlare dell'esistenza di una garanzia assoluta sui depositi inferiori ai 100 mila euro. Da ciò se ne deduce che in caso di crisi bancarie di grandi proporzioni o che colpiscano istituti di grandi dimensioni rispetto alle possibilità del Paese, peraltro latenti, in caso di incapienza di obbligazioni bancarie e di depositi non assicurati, si finisca per colpire proprio quei depositi "assicurati", magari diminuendone il livello della garanzia o quant'altro.
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