Le sigarette elettroniche possono essere un'alternativa al tabacco, ma non sono innocue. Ecco le regole imposte dal Ministero della Salute e il parere dell'Istituto Superiore di Sanità.
Con un'ordinanza firmata il 2 aprile, il Ministero della Salute ha messo
almeno un punto fermo nella spinosa questione delle sigarette
elettroniche: il divieto di vendita di quelle contenenti nicotina è
stato infatti innalzato da 16 a 18 anni, lo stesso limite in vigore per i
prodotti del tabacco.
L'ordinanza fa seguito al parere espresso pochi mesi fa dall'Istituto
Superiore di Sanità e tiene conto anche della diffusione sempre più
massiccia delle sigarette elettroniche, anche fra i giovanissimi. Un
boom così, infatti, non si vedeva da anni, e per indicare la nuova
tendenza, è stato persino inventato un verbo: "svapare". Ovvero:
inspirare ed espirare il vapore della sigaretta elettronica, nuovo
oggetto del desiderio di chi è stanco del solito fumo, o vuole provare a
smettere.
Vantaggiose
Del resto, già alla prima boccata, le nuove sigarette mostrano parecchi
vantaggi rispetto a quelle tradizionali, perché non puzzano, non fanno
cenere, né resta il mozzicone, possono essere usate anche dove la legge
attuale impedisce di fumare - ma Trenitalia, Alitalia e alcuni uffici
pubblici hanno già introdotto delle restrizioni - e permettono di
variare il gusto, scegliendo fra decine di liquidi contenenti ogni sorta
di aromi.
Se si vuole, si può persino fumare senza nicotina (ma solo il 3 per
cento degli utilizzatori lo fa). Oppure se ne può ridurre
progressivamente il contenuto, per cercare di svincolarsi dalla
dipendenza da questa sostanza, pur mantenendo la gestualità alla quale i
fumatori sono tanto affezionati.
Per tutti questi motivi, non sorprende che, in piena crisi economica, il
settore registri una crescita vertiginosa della quale è difficile
persino registrare il passo: circa un anno fa, un sondaggio della
Commissione Europea rilevava che il 5 per cento degli italiani aveva
provato la sigaretta elettronica, ma pochi mesi dopo la Doxa portava la
stima al 7,3 per cento. E oggi sono certamente molti di più. Non solo:
secondo la Oakplus, principale importatore europeo, nel 2012 il giro
d'affari del settore in Italia è stato di 80 milioni di euro.
Solo negli ultimi mesi, i negozi specializzati lungo lo stivale sono
passati da poco più di 400 a oltre 700, e la corsa non sembra
rallentare. Fateci caso: i punti vendita spuntano come funghi. A Natale,
il kit dello starter (30 euro minimo, per la sigaretta, il caricatore
usb e una boccetta di liquido) è stato gettonatissimo.
C'è persino chi lo ha regalato ai figli, nella convinzione che il fumo elettronico non faccia male:
solo il 14% degli italiani ritiene infatti che le nuove sigarette
pongano qualche rischio per la salute, e il 47% pensa che siano
totalmente innocue. Ma è proprio così?
Allerta medici
In realtà, le grandi organizzazioni mediche frenano gli entusiasmi. In
un rapporto del giugno 2012, l'OMS ricorda che «occorrono studi per
verificare la sicurezza di questi prodotti, e ricerche che valutino le
dichiarazioni delle aziende, in base alle quali i sistemi che
somministrano nicotina elettronicamente possono aiutare i fumatori a
smettere».
Nel parere dell'Istituto Superiore di Sanità, inoltre, sta scritto: «Le sigarette elettroniche sollevano
preoccupazioni per
la salute pubblica e per il fatto che potrebbero rappresentare un
rischio di iniziazione a sigarette convenzionali, sostituire le
sigarette nei luoghi dove è vietato il fumo o rimpiazzare trattamenti
efficaci per la cessazione del fumo». Ed è ancora più dura la European
Respiratory Society, che ritiene che «questi prodotti pongano rischi significativi per la salute», anche legati alla possibilità che i liquidi usati contengano sostanze tossiche di vario tipo.
Negli Stati Uniti, in effetti, cinque aziende sono state richiamate
dalla FDA, la potente autorità che regola il settore farmaceutico,
perché nelle loro sigarette elettroniche sono stati trovati composti
nocivi e medicine, fra cui un anoressizzante e un farmaco contro
l'impotenza. «Ma il problema non riguarda solo gli illeciti» osserva
Roberto Boffi, direttore del centro antifumo dell'Istituto Nazionale dei
Tumori di Milano. «La stessa glicerina presente nei liquidi, alle
temperature che si raggiungono in alcuni modelli, sviluppa acroleina,
una sostanza tossica per il fegato e irritante per la mucosa gastrica.
Inoltre, uno studio recente pubblicato sulla rivista Chest ha mostrato che "svapare" per 5 minuti soltanto
altera alcuni parametri relativi alla respirazione.
Uno di questi, in particolare, è indice di infiammazione». Di più: «I
controlli sui prodotti sono scarsi e sono già partite le contraffazioni,
vendute soprattutto via internet» aggiunge Roberta Pacifici, direttrice
dell'Osservatorio su fumo alcol e droga dell'Istituto Superiore di
Sanità. Lo scorso dicembre, a Genova, una sigaretta elettronica
contraffatta è esplosa nelle mani dell'utilizzatore, causandogli ustioni
al volto e agli occhi.
«Inoltre» prosegue Pacifici, «la
nicotina è in sé tossica,
e anche un utilizzatore moderato può andare incontro alle conseguenze
dell'assunzione di questa sostanza, che altera il battito cardiaco, fa
salire la pressione arteriosa e, soprattutto, dà dipendenza». Su queste
basi, il PM di Torino Raffaele Guariniello ha iniziato a contestare alle
ditte distributrici il reato di "commercio di prodotti pericolosi".
Il male minore?
Certo, però, tutto ciò è
comunque sempre meglio del tabacco: lo scorso agosto, uno studio
presentato al congresso della Società Europea di Cardiologia ha
verificato che gli effetti immediati delle e-cig sul sistema
cardiovascolare (alterazione del battito e innalzamento della pressione)
sono molto lievi se paragonati a quelli del fumo di tabacco che, in
più, contiene almeno 400 sostanze cancerogene. «Il dibattito sui rischi e
i benefici della sigaretta elettronica è molto acceso anche all'interno
della comunità scientifica. Ma non può passare l'idea che questi
dispositivi siano innocui» chiosa Boffi.
«In Italia ci sono 11 milioni di fumatori, e le malattie legate al tabacco provocano 80.000 morti all'anno» riprende Roberta Pacifici. «Per questo, qualsiasi strumento che anche solo potenzialmente può contrastare il fenomeno merita attenzione». Secondo l'esperta, i rischi e i benefici derivanti dall'uso di questi dispositivi vanno valutati caso per caso. «Per esempio, sono certamente indicati per chi non ha nessuna intenzione di smettere di fumare, ma vuole limitare i danni» dice, «ma la convenienza è dubbia in altre situazioni. Un fumatore che vuole smettere ma che non è riuscito a farlo con i metodi oggi disponibili può tentare questa strada, sapendo però che non abbiamo abbastanza dati per affermare che il metodo funziona». Peraltro, secondo un sondaggio europeo, il 7% di chi prova a dire basta al fumo ricorre ormai ai dispositivi elettronici, e il tema è molto dibattuto anche nei numerosi forum online dedicati al tema.
«In Italia ci sono 11 milioni di fumatori, e le malattie legate al tabacco provocano 80.000 morti all'anno» riprende Roberta Pacifici. «Per questo, qualsiasi strumento che anche solo potenzialmente può contrastare il fenomeno merita attenzione». Secondo l'esperta, i rischi e i benefici derivanti dall'uso di questi dispositivi vanno valutati caso per caso. «Per esempio, sono certamente indicati per chi non ha nessuna intenzione di smettere di fumare, ma vuole limitare i danni» dice, «ma la convenienza è dubbia in altre situazioni. Un fumatore che vuole smettere ma che non è riuscito a farlo con i metodi oggi disponibili può tentare questa strada, sapendo però che non abbiamo abbastanza dati per affermare che il metodo funziona». Peraltro, secondo un sondaggio europeo, il 7% di chi prova a dire basta al fumo ricorre ormai ai dispositivi elettronici, e il tema è molto dibattuto anche nei numerosi forum online dedicati al tema.
"Svapatori" passivi
«Va invece certamente
scoraggiato l'uso delle e-cig nei luoghi chiusi, dove la legge Sirchia
vieta di fumare» afferma l'esperta. «Su questo stiamo assistendo a un
gigantesco passo indietro, anche culturale. Così facendo, non solo il
fumatore rischia di assumerne dosi maggiori di nicotina di quanto
farebbe con le sigarette tradizionali, ma inquina anche
gli ambienti, perché dalle sigarette elettroniche si sprigionano
composti organici volatili e polveri sottili, pericolose per la salute,
sebbene in modo meno rilevante rispetto al tabacco tradizionale».
L'ultima categoria di "svapatori" comprende coloro che iniziano da qui, senza mai passare dall'accendino, magari per seguire la moda. «Il rischio è soprattutto per i giovani, perché i divieti possono essere aggirati fin troppo facilmente, procurandosi questi dispositivi su internet a costi bassi» osserva Pacifici. Il fumo elettronico, del resto, sembra progettato per far breccia fra i ragazzini. Nella Corea del Sud, dove non ci sono restrizioni alla vendita, il 20% del mercato è in mano alle fasce più giovani della popolazione, e gli studenti, all'uscita della scuola, si scambiano gli aromi come se fossero figurine.
L'ultima categoria di "svapatori" comprende coloro che iniziano da qui, senza mai passare dall'accendino, magari per seguire la moda. «Il rischio è soprattutto per i giovani, perché i divieti possono essere aggirati fin troppo facilmente, procurandosi questi dispositivi su internet a costi bassi» osserva Pacifici. Il fumo elettronico, del resto, sembra progettato per far breccia fra i ragazzini. Nella Corea del Sud, dove non ci sono restrizioni alla vendita, il 20% del mercato è in mano alle fasce più giovani della popolazione, e gli studenti, all'uscita della scuola, si scambiano gli aromi come se fossero figurine.
Nessun commento:
Posta un commento